[section_title title=Sicurezza: ecco il Cyber Report di Hewlett Packard Enterprise – Parte 1]
Vulnerabilità applicative, patching e monetizzazione del malware: questi i principali rischi per le aziende emersi dall’Hewlett Packard Enterprise (HPE) Cyber Report in relazione allo scenario del minacce nel 2015. Si tratta di una ricerca annuale che fornisce informazioni e analisi approfondite sui temi più attuali della sicurezza offrendo a business leader e professionisti della sicurezza indicazioni di intelligence per proteggere al meglio la digital experience e innovare senza timori.
“Nel 2015 abbiamo rilevato un ritmo allarmante di attacchi alle reti, che hanno causato il peggior danno mai registrato. Tuttavia questo non deve far rallentare le aziende né metterle sotto chiave – ha dichiarato Sue Barsamian, Senior Vice President e General Manager, HPE Security Products, Hewlett Packard Enterprise -. Dobbiamo trarre insegnamento da questi fatti, comprendere e monitorare i rischi, integrare la sicurezza nel tessuto organizzativo per mitigare meglio le minacce, note e meno note, permettendo alle aziende di innovarsi senza timori e accelerare la crescita del business”.
Le applicazioni rappresentano il nuovo campo di battaglia
Se le applicazioni Web sono una fonte di rischio significativa per le organizzazioni, quelle mobili presentano rischi maggiori e più specifici.
• Il frequente utilizzo di informazioni personali da parte delle applicazioni mobili genera vulnerabilità nella conservazione e trasmissione di informazioni riservate e sensibili.
• Circa il 75% delle applicazioni mobili analizzate presenta almeno una vulnerabilità critica o ad alto rischio rispetto al 35% delle applicazioni non mobili.
• Le vulnerabilità provocate dall’abuso di API sono assai più comuni nelle applicazioni mobili che non nelle applicazioni Web, mentre la gestione degli errori – previsione, rilevamento e risoluzione degli stessi – è più frequente nelle applicazioni Web.
Eliminare il bug o restare vulnerabili
Lo sfruttamento delle vulnerabilità software continua a essere un vettore di attacco primario, soprattutto in presenza di vulnerabilità mobili.
• Come nel 2014, le prime dieci vulnerabilità sfruttate nel 2015 erano note da oltre un anno; il 68% di esse da tre anni o più.
• Microsoft Windows è stata la piattaforma software più colpita nel 2015: il 42% delle prime 20 vulnerabilità scoperte è stato indirizzato a piattaforme e applicazioni Microsoft.
• Il 29% di tutti gli attacchi condotti con successo nel 2015 ha utilizzato quale vettore di infezione Stuxnet, un codice del 2010 già sottoposto a due patch.
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