Il cloud rappresenta il futuro della collaboration per la maggior parte delle aziende perché la collaborazione al giorno d’oggi deve essere disponibile efficacemente a un numero sempre più ampio di utenti. Lo rivela l’edizione 2016 del Connected Enterprise Report di Dimension Data, un documento che offre una panoramica sullo stato dell’implementazione delle strategie di collaboration ed evidenzia le tendenze e la discontinuità rilevabile presso aziende di tutto il mondo, elaborato sulla base dei dati raccolti interpellando oltre 900 partecipanti in 15 paesi, direttori It, CIO e responsabili delle line of business all’interno di organizzazioni con più di 1.000 dipendenti.
L’importanza del cloud
Sulla base di quanto riportato dal Report, un terzo dei decisori intervistati sostiene che il cloud è un fattore critico, anche se meno del 25%, attualmente, utilizza servizi di collaborazione hosted.
Secondo Joe Manuele, Group Executive – Communications di Dimension Data, la ricerca conferma che il cloud è diventato essenziale nell’esecuzione di un’ampia gamma di iniziative di digital transformation. “Sia che i server gestiti internamente operino in un data centre controllato dall’azienda, sia che i servizi vengano forniti esternamente con piccoli o inesistenti investimenti di capitale, il cloud costituisce la piattaforma di base che consente di implementare applicazioni in modo efficiente, conveniente e scalabile”.
“E’ sorprendente che i principali trend tecnologici che impattano sulla maggior parte delle strategie di collaborazione aziendale siano relativi al cloud. La nostra ricerca evidenzia che il 51% delle organizzazioni vede la migrazione su cloud come la principale tendenza che incide sulla propria strategia di collaboration”.
Perché spostare la collaboration sulla nuvola
Non c’è una sola ragione per cui le imprese stanno spostando la collaboration su cloud ma diverse motivazioni strategiche, operative e finanziarie alla base delle iniziative aziendali di collaborazione basate su cloud. Tra queste motivazioni:
• Una strategia cloud a livello di organizzazione in essere, che indica la direzione che le applicazioni di collaboration potranno prendere.
• Inizialmente i costi cloud sembrano essere inferiori. Tuttavia, quando adottato come un servizio hosted, i relativi costi potrebbero diventare una spesa operativa anziché una spesa in conto capitale.
• Le applicazioni su cloud sono più semplici da amministrare e da tenere aggiornate, con un conseguente processo di gestione meno oneroso.
Cambiare è difficile
Per la maggior parte delle aziende la collaboration basata su cloud è ancora un obiettivo e non una realtà. Mediamente, il 75% delle applicazioni di collaborazione vengono implementate ancora on-premise, siano esse gestite dal dipartimento IT interno o da un fornitore esterno che le amministra per conto dell’azienda.
“I dipartimenti IT sono soliti acquistare la tecnologia di collaboration per l’implementazione on-premise e, di conseguenza, è questo il modo in cui i processi di procurement vengono impostati – ha spiegato Brian Riggs, principale analista per gli Enterprise Services di Ovum -. Cambiare questi processi richiede tempo ed è in parte la causa della lenta transizione verso il cloud. Il mercato si trova a un punto di svolta. Sempre più organizzazioni stanno migrando i software di collaboration su cloud, anche se per alcune non sarà un processo immediato”.
Per maggiori informazioni sul Connected Enterprise Report 2016 di Dimension Data visita il sito ufficiale.