Il riferimento è al libro di Garcia Marques “L’amore ai tempi del colera”. Il colera è una metafora adeguata per descrivere un periodo economico, sociale e politico di grande sofferenza che obbliga tutti a scelte coraggiose per superare la malattia ridisegnando il futuro. In attesa che la situazione generale si ristabilisca e i budget tornino a crescere ai CIO delle aziende non rimane che affrontare il periodo con la stessa pazienza con cui il dottor Juvenal Urbino cerca di debellare il colera. La battaglia alla fine sarà vinta e in premio il dottore otterrà la riconoscenza della bellissima e molto desiderata donna Fermina Daza.
La pazienza richiesta ai CIO è duplice. Devono subire una costante riduzione dei budget e operare tagli dei costi, ma anche dare risposte alle pressanti richieste del management di sfruttare al meglio tecnologie e infrastrutture IT per dare nuovo slancio e maggiore competitività all’azienda. La necessità di fondo è la creazione di nuovi prodotti e servizi in grado di creare nuove esperienze utente che portino a maggiore fedeltà e fidelizzazione e alla conquista di nuovi share di mercato. Le tecnologie possono servire sia alla creazione del prodotto sia al miglioramento delle attività di marketing, delle vendite, dei canali commerciali, delle filiere produttive e alla collaborazione organizzativa e aziendale.
La carenza di risorse obbliga a compiere delle scelte e a definire delle priorità. Tutti gli analisti, che hanno svolto indagini per sondare cosa pensano i CIO in questo tempo di crisi, concordano sul ruolo delle nuove tecnologie nel condizionare scelte e progetti da finanziare. Secondo Gartner Group le priorità per i CIO sono la business intelligence e le applicazioni analitiche, le tecnologie Mobile, il cloud computing e la collaborazione ( social, mobile, cloud ). Gli obiettivi da raggiungere sono la produttività e la maggiore efficienza dei processi, il consolidamento e l’abbattimento dei costi, ma soprattutto la creazione di nuovi modi di interazione con la clientela che migliori la sua esperienza nell’acquistare un marchio, un prodotto o un servizio. Un obiettivo questo che obbliga alla sperimentazione delle nuove tecnologie sociali e mobili e a definire progetti applicativi, basati sul cloud e sul big data, per garantire un accesso rapido e continuativo a dati e informazioni e di poterlo fare sia online che offline, da qualsiasi posto e in qualsiasi momento. Queste tecnologie, benché largamente diffuse nel mercato consumer, non sono semplici da implementare in organizzazioni complesse. Non lo sono perché hanno carattere dirompente e obbligano a definire nuove strategie e approcci, a formare il personale e l’utenza interna, a ridefinire l’ecosistema di partner, di fornitori e di service provider e a costruire un modello flessibile capace di adattarsi e auto-organizzarsi in base alla dinamicità delle tecnologie usate, dei mercati di riferimento e delle audience target di prodotti, soluzioni e servizi.
Le nuove tecnologie favoriscono il passaggio a nuovi modelli di business e la sperimentazione di buone pratiche utili per pianificare meglio il futuro. L’innovazione non deve però far dimenticare o interrompere i progetti già attivati di virtualizzazione, di consolidamento, di cloud computing e per la conformità alla compliance. Chi vuole risparmiare può scegliere soluzioni in cloud e tecnologie di virtualizzazione private. Questo approccio viene percepito come funzionale a fare di più con meno e può essere utilizzato per completare processi di consolidamento dei data center, per introdurre tecnologie Green e per riorganizzare l’intera infrastruttura con l’introduzione di nuovi strumenti di gestione che rendano più semplice l’amministrazione di sistemi sia fisici che virtuale e di dati e informazioni sempre più mobili e in cloud.
La scelta delle tecnologie da usare deve essere fatta dopo aver valutato con attenzione tutte le possibili conseguenze, sapendo che il futuro non è prevedibile e che ci possono sempre essere sorprese di budget e di costi in lievitazione e infine pianificando con attenzione il futuro unitamente al management e alle unità organizzative interne all’organizzazione.
Se l’obiettivo è crescere ai tempi del colera, più che gestione, controllo e reportistica, servono agilità e flessibilità, ma soprattutto time to market. L’agilità deve andare di pari passo con la dinamicità e velocità di un mercato sempre più incerto e volatile. Il time to market richiede una forte capacità nel percepire il cambiamento in atto e nel predisporre quanto serve per farsi trovare pronti quando esso avviene. E per riuscirci la tecnologia da sola non basta. Bisogna cambiare cultura nelle direzioni IT, far cambiare pelle alle persone, lavorare sulle competenze e introdurre nuovi strumenti collaborativi e sociali. Riuscire in questo compito permetterà ai CIO di evitare la marginalizzazione e di diventare protagonisti della innovazione e del cambiamento che le componenti business dell’azienda chiedono loro nella difficile fase di transizione verso il nuovo che si sta formando.