Vivere senza Internet è ormai impensabile. Che si tratti della linea di casa o del portatile dell’ufficio, comunicare e lavorare senza la connessione alla rete è diventato impossibile. Si considerano quindi le più svariate possibilità di connessione, dai router alle varie station degli operatori, e si mettono le chiavette internet a confronto con le migliori linee adsl, per poter acquistare un servizio che sia allo stesso tempo veloce, stabile e conveniente.
Come riporta il rapporto di ITU sulla banda larga, però, per quanto ci si possa impegnare nella ricerca di una connessione realmente valida, il belpaese figura tra i peggiori d’Europa e 36esimo nel mondo. Questi pochi interventi sull’adsl impediscono, com’è ovvio, di stare al passo con le innovazioni tecnologiche o perlomeno di goderne a metà, relegando l’Italia in una posizione di eterna ritardataria europea.
Con velocità di connessione limitate, e banda larga annunciata ma ancora scarsamente diffusa sul territorio, appare ovvio che anche l’impresa, specie quella medio piccola, o l’amministrazione pubblica, o ancora le infrastrutture, e in generale tutto il Paese scontino la pena di uno sviluppo arrancante. Il parlamento, d’altra parte, sembra però preoccuparsene ben poco relegando ai margini il problema della digitalizzazione.
La Legge di Stabilità, per esempio, con la quale si sarebbe potuto promettere uno sforzo su scala nazionale, sembra latitare. Dei pochi interventi sull’adsl sperati, la legislatura non si fa minimamente carico e anzi, in materia di velocità e copertura, non avanza la minima proposta. Rimangono certo i fondi e gli stanziamenti già predisposti, ma nessun passo avanti sull’ammodernamento delle infrastrutture né in ambito digitale.
L’unica novità sembra essere la proposta di modifica del canone Rai che, per aggirare il problema millenario dell’evasione fiscale accompagnerà, all’atto della fatturazione, la bolletta 2.0 di luce e gas. Inoltre, il canone sui dispositivi audiovisivi si abbatterà anche su tutti i dispositivi mobile, quali smartphone e tablet, o sui pc, posseduti dagli italiani. L’unica consolazione è che l’importo sarà calcolato sulla base dell’indicatore ISEE e, pertanto, mediamente più basso rispetto ad oggi.
Con pochi interventi sull’adsl e una proposta di canone che si preannuncia davvero poco amata, la Legge di Stabilità liquida i cittadini, lasciandoli ancora brancolare in attesa di un vero sviluppo tecnologico. Oltre alla carenza nella banda e alle minacce di una tassa proprio nel settore del mobile, gli italiani continuano a scontare la pena di una legislazione poco attenta alle reali esigenze del paese, assolutamente non in grado di porre rimedio a una digitalizzazione imperfetta.