Da una brillante progettazione e l’inedito modello di business di un’azienda familiare nasce Ovh, uno dei più interessanti e convenienti fornitori di hosting e servizi cloud in Europa

Roubax è una gradevole cittadina da meno di centomila abitanti nel profondo nord della Francia, a più di duecento chilometri da Parigi. Qui capita che il paesaggio di campi verdi e freddi a perdita d’occhio, rade casette medievali e chiesette gotiche, sia interrotto bruscamente da edifici insolitamente moderni. Tra questi il più sorvegliato è un complesso quadrato di sei piani, con le pareti di lamiera intervallate da sottili feritoie, mascherate da strisce colorate.
All’interno non ci sono raffinati loft con arredamenti minimalisti, né le strutture di contenimento di una centrale nucleare, ma l’intero edificio è progettato apposta per ospitare server blade con una densità che non ha eguali in tutto il mondo.
È Roubaix IV, l’ultima prodezza di Ovh, provider di servizi di hosting tra i più convenienti al mondo.
Ovh è nata nel 1999, dalla spinta imprenditoriale di una famiglia di ingegneri che dalla Polonia sono immigrati in Francia, con pochi soldi ma tanta inventiva e determinazione, dopo la caduta del Muro di Berlino. Ora la famiglia Klaba gestisce un’impresa familiare che è prima in Europa per il web hosting e amministra 100 mila server per conto di 8 milioni di clienti, di cui 400 mila sono imprese.
Gran parte di questo successo è dovuto proprio alle innovazioni apportate nelle tecniche di progettazione dei datacenter, di cui Roubaix 4 rappresenta il livello più alto.

 

I segreti di Roubaix IV
Abbiamo accettato volentieri l’invito della famiglia Klaba a far visita alla nuova installazione, alla ricerca del segreto che rende così competitiva l’offerta di Ovh sul mercato.
L’idea vincente è che tutto viene assemblato e customizzato direttamente da una catena di montaggio interna alla società, dove i server vengono progettati apposta per essere integrati nel complesso dei datacenter. Anche il software di gestione dei servizi è completamente proprietario e realizzato internamente, basato su piattaforme open source.
A Roubaix IV il raffreddamento sfrutta un sistema a liquido veicolato da innumerevoli condutture attraverso un sistema progettato ad hoc, mentre la circolazione dell’aria sfrutta direttamente le feritoie che attraversano le pareti di lamiera dell’edificio, in uno scambio termico continuo con l’ambiente esterno che, visto il clima della regione, raramente supera i 15 gradi anche in estate. Il sistema di raffreddamento a liquido, già adottato nei datacenter Ovh di precedente generazione riesce a smaltire da solo il 70% del calore generato dalle Cpu dei server. Grosse ventole si attivano se necessario per far defluire l’aria dalle zone più calde dei rack verso l’esterno, ma non è necessario alcun vero sistema di condizionamento, che consumerebbe molta energia. Ognuno dei sei piani dell’edificio non è altro che uno stretto corridoio di manutenzione che corre lungo le pareti, lungo il quale sono disposti i server. Il centro dell’edificio è vuoto e ospita solo un cortile quadrato e gli sfoghi delle ventole. Il risultato è che se per raffreddare un server tradizionale da 100 W ci vogliono in molti casi altri 100 W, a Roubaix 4 per mantenere la temperatura d’esercizio ne bastano 10, con un PUE compreso tra 1.1 e 1.2.
Progettare da zero tutto questo è stato possibile perché Ovh è una società quasi interamente costituita da ingegneri, in cui ricerca e sviluppo sono i punti di riferimento intorno a cui ruotano tutte le attività.

 

 

 

Una rete ambiziosa
Malgrado le dimensioni di Ovh, a dispetto della veloce crescita del fatturato, restino tutto sommato contenute, con circa 400 dipendenti nel mondo e soprattutto un assetto societario ancora tipicamente familiare, le ambizioni dell’azienda sono evidenti se si guarda la mappa delle sedi e delle installazioni, a partire dai 5 datacenter
Ovh ha steso una propria rete in fibra ottica con banda passante da 1Tbps per collegare 31 peering points tra l’Europa e il Nord America, comprendendo tutte le più grandi città del vecchio e del nuovo continente. Il provider si è inoltre assicurato partnership con i principali operatori internazionali per trasferire il traffico sulle loro reti in caso di guasto.
Ridondanza e manutenzione 24/7 sono comunque i parametri scelti da Ovh per garantire l’affidabilità dei servizi.
Il punto centrale di tutta l’infrastruttura Ovh sarà comunque il nuovo grande datacenter di Strasburgo, appena inaugurato e realizzato secondo criteri simili a quelli di Roubaix IV, ma sviluppato come struttura modulare all’interno di container. Secondo il forum di Ovh, l’uso dei container, preassemblati a Roubaix e inviati a Strasburgo già adattati allo scopo, ha permesso di ridurre al minimo i tempi di costruzione della struttura, per il montaggio della quale è stato sufficiente impiegare una dozzina di persone.

 

Verso il cloud
Forte della sua infrastruttura, Ovh si è sempre occupata di soluzioni web, a partire da hosting e vendita di domini, oltre a servizi email e server virtuali o dedicati. Offre anche soluzioni di telecomunicazione come telefonia Voip e servizi Sms, ma il suo futuro è proiettato nel cloud. Si tratta di servizi adatti a privati o piccole e medie imprese, la cui forza sono i prezzi, in ogni caso molto competitivi.
Privata o pubblica, la nuvola crescerà a due digit in Europa, e Ovh intende sfruttare la situazione garantendosi un ruolo importante in questo settore anche nel nostro Paese.
Il private cloud di Ovh è stato lanciato nel 2010 e conta già 400 clienti e 4000 server fisici installati. Per quanto riguarda la virtualizzazione, Ovh lavora con VMware, sul quale è stato fatto un investimento di oltre 10 milioni di euro.
Il cloud pubblico verrà lanciato in Italia nel corso del 2012. Sarà molto conveniente, non avrà costi di attivazione e permetterà fatturazioni mensili o orarie. Il sistema consente la creazione di un numero illimitato di ambienti di progetto, con istanze che possono essere attivate o disattivate in qualsiasi momento.
Tra le offerte cloud del provider d’oltralpe ci sono servizi CDN (Content delivery network) e Hubic, un servizio di storage online dedicato a smartphone e dispositivi mobili, presto disponibile anche per Windows, Mac e Linux.