Virtualizzazione del desktop, aumento della mobilità, prima con laptop e ora con i nuovi dispositivi mobili, diffusione di smartphone e tablet e disponibilità di nuovi ecosistemi applicativi, stanno obbligando CIO e responsabili IT a ripensare strategie e approcci all’IT aziendale per soddisfare nuovi bisogni e adattare infrastrutture e strumenti di management alle nuove pratiche operative. Queste pratiche sono oggi influenzate da nuovi concetti elaborati a partire da fenomeni come quello della consumerizzazione che stanno trasformando il modo con cui le persone utilizzano la tecnologia, a livello individuale ma anche professionale e aziendale.
La logica cambia
I protagonisti dell’IT aziendale hanno definito per anni le loro infrastrutture e organizzazioni centrate sull’utente (user centric) e guidate da processi e programmi di virtualizzazione del desktop . L’arrivo dei nuovi dispositivi mobili ha delineato nuovi contesti, nei quali a prevalere non sono più i terminali degli utenti collegati alle reti e alle risorse aziendali, ma un ‘crossover’ di risorse che vedono interagire tra loro dispositivi personali e aziendali, reti pubbliche e aziendali, ecosistemi applicativi sociali e privati. In questi nuovi scenari cambia il ruolo del dipendente, ma anche quello dell’azienda, nel momento in cui riconosce a questo ruolo il valore di asset aziendale diminuendo il controllo centralizzato per trarre vantaggio dalla libertà e creatività individuali. Questi cambiamenti hanno portato alcuni analisti come OVUM e protagonisti del mercato comne AppSense a coniare il termine di una IT centrata sulle persone (people centric) ed a suggerire le iniziative e buone pratiche necessarie ad una sua implementazione indolore e vantaggiosa per l’organizzazione.
Il passaggio da un approccio centrato sull’utente (del desktop, del laptop) a uno centrato sulla persona è stato graduale e si sta oggi affermando grazie alle nuove tecnologie Mobile. La focalizzazione sul dispositivo, e la virtualizzazione del desktop sono servite all’IT per creare ambienti standard e condivisi su piattaforme di sistemi operativi diversi in modo da rendere trasparente e facile l’attività del dipendente. Il bisogno di maggiore dinamicità e flessibilità adattativa ha favorito la scelta di nuovi approcci. Sono state scelte tecnologie dotate delle capacità ricercate utili a fornire nuove risposte alle mutate esigenze di dipendenti sempre più attivi in azienda, come persone con le loro esigenze e aspettative personali Non solo in termini di quale dispositivo, sistema operativo e applicazione usare ma anche di spazio di libertà di scelta di cui godere.
Dalla consumerizzazione non si torna indietro
Nei nuovi scenari di consumerizzazione dell’IT, l’esperienza personale dell’utente sul proprio dispositivo di computing personale entra in azienda e obbliga l’IT aziendale ad interventi adattativi sui sistemi utente in uso, desktop, laptop, smartphone e tablet. Intervenire con soluzioni rapide e ottimali non è semplice. La situazione di molte infrastrutture IT è molto complessa così come complicata è la gestione dei dati e delle informazioni in mobilità. La complicazione non tocca solo i nuovi dispositivi mobili, ma anche le piattaforme laptop, virtualizzate o meno, in uso. Gli utenti che hanno sperimentato i nuovi sistemi operativi Android e iOS e la loro connettività applicativa, trovano poco user-friendly la gestione delle connessioni remote alle risorse aziendali. L’accesso a queste risorse è d’altra parte ancora impossibile per molti dispositivi mobili e l’IT non ha ancora trovato risposte adeguate a problemi che vengono posti da utenti diversi, semplici dipendenti, dirigenti e manager, e che vanno dall’accesso a dati sensibili, all’uso di dropbox e altre applicazioni alternative simili.
La ricerca del compromesso
La soluzione oggi prevalente nelle aziende è l’adozione di strategie miste che puntano ad un compromesso tra la richiesta di libertà e flessibilità e la necessità di governance, gestione e controllo che sempre deve caratterizzare un’infrastruttura IT complessa. La strategia si traduce a livello organizzativo con l’implementazione di nuovi processi e procedure finalizzate a formare i dipendenti a nuove abitudini comportamentali e regole aziendali. Senza nuove procedure, difficile pensare ad un passaggio indolore da una gestione focalizzata sull’hardware, sul software e sulla tecnologia, ad una basata sulle persone ( human resources ). Dare maggiore libertà alle persone implica incoraggiare maggiore responsabilità nel comprendere la necessità di nuove regole e la maggiore urgenza del loro rispetto e applicazione. Il nuovo ruolo del dipartimento della gestione delle risorse umane non preclude il ruolo chiave dell’IT che queste regole deve sempre comunque implementare e sostenere con adeguate risorse tecnologiche e strumenti applicativi ( MDM, MAM e così via) adeguati.
Non troppa fretta
Il passaggio adattativo alla nuova fase people centric dell’IT sarà rapido ma non così rapido. La base installata di Pc è immensa ed è improbabile che ci si possa attendere una sostituzione dei desktop con i nuovi dispostivi in tempi brevi. Continuerà a crescere il processo di virtualizzazione del desktop, anche nella nuova modalità SHD, e nel frattempo si diffonderanno le nuove forme di personal computing dettate dalle nuove funzionalità dei tablet e dai loro sistemi operativi, dalle loro interfacce utente e ecosistemi applicativi. A facilitare questo passaggio saranno anche ragioni strettamente economiche e fiunanziarie. Il ROI di molti progetti di virtualizzazione si è infatti dimostrato troppo oneroso rispetto ai benefici avuti. I nuovi dispostivi sembrano altresì suggerire vantaggi maggiori e ROI profittevoli, soprattutto in termini di produttività ed efficienza operativa dovute alla mobilità.
La semplice accettazione del nuovo paradigma di una struttura IT centrata sulle persone non è sufficiente ad affrontare le sfide emergenti. Si tratta di ripensare, in modo non convenzionale, molti dogmi IT, di abbandonarne altri e soprattutto di aprirsi alle proposte che vengono da nuovi attori tecnologici e da nuove tipologie di utenza. Non è solo un problema di cambiare l’interfaccia utente dei dispositivi esistenti ma di capire perché l’interazione con le nuove tecnologie abbia visto l’emergere di nuove tipologie di utenti e di comportamenti che si traducono nella richiesta di maggiore innovazione e più drastici (disruptive) cambiamenti.
Nel momento in cui ci si è focalizzati sulle persona, ogni IT manager deve sapere che la soluzione non sarà più semplicemente tecnologica ( dati e storage in cloud, sicurezza, MDM, dispositivi e sistemi operativi, applicazioni) ma legata strettamente all’esperienza dell’utente in tutte le fasi di accesso e utilizzo della tecnologia, sia nell’orario di lavoro sia ‘after hours’, sia per motivi personali sia professionali e aziendali.