Il Cloud rappresenta sempre più un’opportunità per le imprese e le pubbliche amministrazioni del territorio, sia per innovare i processi interni, che per offrire nuovi servizi ai clienti. Il Cloud può infatti innescare una rivoluzione organizzativa in grado di cambiare il modo di diffondere le informazioni, di prendere le decisioni e di collaborare all’interno e all’esterno delle organizzazioni, ridando slancio e produttività alle imprese italiane.
I dati sulla rilevazione delle PMI mostrano una dinamica a macchia di leopardo. il Piemonte e l’area del nord ovest più in generale, sebbene fortemente caratterizzate da alta presenza di PMI mostrano dei tassi di adozione leggermente inferiori alla media nazionale. Tuttavia, analizzando l’entità della spesa delle PMI del Piemonte, emerge come le organizzazioni che hanno già adottato soluzioni Cloud lo facciano in modo più maturo, con una spesa dedicata superiore alla media nazionale.
Il mercato Cloud in Italia ha raggiunto un valore nel 2015 pari a 1,51 miliardi di € in crescita del 25%. Contribuiscono a questa stima soprattutto gli investimenti dedicati alla Cloud Enabling Infrastructure, ovvero quelli impiegati per aggiornare il patrimonio infrastrutturale e applicativo già esistente in azienda, che valgono in Italia 1,05 miliardi di euro e crescono del 21%, e quelli dedicati al Public Cloud, stimabili in 460 milioni di euro, in crescita del 35% anno su anno.
Per promuovere la cultura e la sensibilizzazione, l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano, giunto al sesto anno di attività, ha lanciato un’iniziativa di Ricerca dedicata al mondo delle PMI. La seconda tappa di questo progetto culturale si è svolto a Torino, in collaborazione con CSI Piemonte.
L’incontro, nello specifico, si è proposto di fornire un quadro della diffusione delle tecnologie Cloud nel territorio, attraverso testimonianze e metodologie, di illustrare i percorsi di adozione delle imprese e della pubblica amministrazione e le principali dinamiche di filiera.
“L’occasione – ha sottolineato Riccardo Rossotto, Presidente del CSI Piemonte – è un importante momento di confronto per misurare lo stato di avanzamento lavori sul progetto cloud che il CSI sta portando avanti da anni. Auspico che l’incontro di oggi ci porti a una maggiore conoscenza e consapevolezza dell’utilità di questo strumento nella nostra quotidianità e che rappresenti un’altra tappa importante per accelerare questo processo che ci vede tutti protagonisti. Il Cloud può infatti abilitare una vera e propria rivoluzione organizzativa, capace di cambiare il modo di diffondere le informazioni, prendere le decisioni e collaborare all’interno e all’esterno dell’organizzazione, ridando slancio e produttività alle imprese del nostro Paese”.
Per Gianfranco Montanari, Direttore Generale della Città di Torino “L’approccio al cloud da parte della Città di Torino è stato inserito in una strategia complessiva che abbiamo adottato dopo intensi confronti a partire dal 2013-2014: una strategia che comprende più assi, quali la virtualizzazione, il riuso e l’utilizzo di sistemi open source. Questa importante scelta informatica che stiamo portando avanti con il CSI Piemonte è sicuramente stata determinata da valutazioni economiche-finanziarie, perché oggi l’attenzione alla spesa per le Pubbliche Amministrazioni è centrale, ma è anche legata all’ammodernamento e alla riorganizzazione complessiva dei servizi della Città. Tutto questo richiede fattori abilitanti e tutti necessari: la capacità di change management da parte dell’organizzazione, conoscenze specifiche e in questo il CSI e il territorio hanno investito molto e infine un sistema di connessione di banda adeguato di cui il nostro Paese ha bisogno per vincere questa sfida”.
“L’adozione del Cloud nelle PMI procede a macchia di leopardo – ha dichiarato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano – a testimonianza di come le potenzialità sono ancora da scoprire. I dati relativi al Piemonte mostrano un’adozione matura in termini di “cosa fare” con il Cloud, tuttavia i dati di diffusione non possono ancora soddisfare appieno”.