La banda ultra larga è ancora un sogno per i milioni di web user italiani che, a caccia di velocità e risparmio, si rivolgono alla rete mettendo le offerte adsl migliori a confronto. Trentaseiesima nel mondo secondo il rapporto ITU di quest’anno, infatti, la nostra penisola sembra subire un irrimediabile ritardo relativamente alle infrastrutture per la connessione a Internet.
Se la situazione è di sicuro migliorata rispetto al 2013, anno in cui l’Italia si è aggiudicata con vergogna l’ultimo posto in Europa nella classifica della Next generation access broadband coverage di Screen Digest and Point Topic, la possibilità di realizzazione entro il 2015 del Piano strategico dell’Agenda Digitale per la banda larga in ottocento città è comunque ancora in forse.
Alla copertura a 30Mbps per le 160 città italiane definite nei primi mesi del 2013 dai piani degli operatori e da Infratel Italia, si aggiungono altri 482 comuni del Nord Italia, per quanto riguarda gli obiettivi dei privati per il 2016, e altri 657, di cui buona parte appartenenti al Sud, in quelli del Piano Strategico per il 2015. L’apporto monetario nazionale per la realizzazione della banda ultra larga è di circa 6 miliardi di euro stanziati nell’arco del quinquennio 2015-2020.
Sembra quindi prospettarsi un impegno finalmente concreto e ambizioso che possa portare il Belpaese a eguagliare gli scenari europei, annoverando entro il 2016 ben 1132 comuni con banda ultra larga a 100Mbps. Da notare però come l’obiettivo, predisposto per il 2016, quandanche fosse raggiunto nei termini previsti, risulterà anacronistico, se confrontato con i contemporanei sviluppi raggiunti a livello europeo.
Come se non bastasse, a prescindere dalle previsioni di sviluppo e dall’ingente somma di denaro predisposta per il progetto di sviluppo della banda larga, rimangono incerte le variabili del coordinamento dell’Amministrazione centrale, delle Regioni e dei Comuni e dell’attività concreta dei privati, essenziali alla realizzazione del Piano Strategico. Si attende quindi il 20 dicembre per la modifica del testo da proporre alla Commissione europea e si spera, parallelamente un piano di intervento che non rimanga latente e teorico, ma si dispieghi e realizzi concretamente.