Lo spostamento manuale dei dati verso il cloud richiede un’enorme quantità di lavoro ed è a elevato rischio di errori. Iain Chidgey di Delphix spiega come farlo in maniera economica, facile e veloce

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A cura di Iain Chidgey, vicepresidente, international sales di Delphix

Sempre più aziende utilizzano ambienti basati sul cloud per le loro normali attività. Come evidenzia il recente studio di Delphix sullo stato attuale di DevOps, che ha coinvolto oltre 100 professionisti dell’IT nel Regno Unito, il 93% delle aziende del Regno Unito utilizza un cloud pubblico o privato. Ai primi tre posti vi sono i seguenti fornitori: Microsoft Azure (33%), Amazon Web Services (28%) e Rackspace (20%). Tuttavia, benché il cloud abbia contribuito alla riduzione dei costi e a migliorare la flessibilità, c’è ancora un fattore che ne limita l’adozione da parte delle aziende: i dati.

Molte aziende costruiscono le loro nuove applicazioni basandosi su architetture nel cloud pubblico, ma una parte importante delle loro vecchie applicazioni rimane tuttavia sulla loro infrastruttura locale. Ciò è in parte dovuto alla difficoltà nello spostare i dati, che è la tipica barriera da superare quando si passa al cloud. Il problema in genere non è dovuto a incompatibilità con l’infrastruttura nel cloud a livello di hardware o software, più semplicemente lo spostamento dei dati di supporto per le aziende che hanno centinaia di applicazioni è solo una sfida titanica.

La migrazione manuale dei dati verso il cloud, infatti, richiede un’enorme quantità di lavoro ed è a elevato rischio di errori. Se i dati sono memorizzati in database, occorre disporre di un amministratore di database (o un team di amministratori) per eseguire queste attività. Dopotutto, la loro esperienza è necessaria per garantire che il trasferimento dei dati venga realizzato senza perdite o danneggiamenti.

Un modo per aggirare l’ostacolo è quello di utilizzare un “golden” backup dei dati e di caricare in modo continuativo gli aggiornamenti. Una copia di questi dati può essere virtualizzata in modo che i carichi di lavoro possano essere testati in ambienti non di produzione prima di realizzare la migrazione verso il cloud. Ciò garantisce la riuscita del processo di migrazione verso il cloud e la possibilità per l’azienda di risolvere rapidamente eventuali problemi che si presentano.

La creazione di queste copie non di produzione consente alle organizzazioni di aggiornare i dati virtuali in qualsiasi momento. Inoltre significa che per ciascun ambiente di produzione emigrato, vi sarà un certo numero di ambienti non di produzione per i quali non è necessaria la migrazione, il che semplificherà e velocizzerà il processo di migrazione nel suo complesso.

Occultamento dei dati sensibili

Alcune aziende usano le replicazioni per spostare i dati sul cloud pubblico, ma ciò introduce una sfida importante per la sicurezza dei dati su un cloud ibrido. A volte le aziende non possono spostare dati riservati sul cloud, ma per motivi di costi vorrebbero comunque eseguire i test e lo sviluppo sul cloud. Per evitare che dei dati riservati vengano esposti, l’unica soluzione è mascherare le porzioni di dati riservati, ad esempio, sostituendo i numeri di carte di credito presenti nel database con numeri a caso prima di effettuare qualsiasi migrazione verso il cloud.

Vista la regolarità con cui vengono divulgate notizie di falle nella sicurezza, le aziende dovrebbero utilizzare il mascheramento dei dati con molta più frequenza. La possibilità di controllare quali dati sono mascherati e di individuare i luoghi in cui vi sono dati non mascherati è un aspetto chiave nelle best practice per la sicurezza. Gli strumenti avanzati per la virtualizzazione dei dati consentono all’IT di mascherare copie virtuali dei golden backup per nascondere qualsiasi dato sensibile, il che rende il processo di sviluppo molto più sicuro.

Le aziende più grandi hanno atteso un po’ prima di interessarsi alla possibilità di passare al cloud pubblico, ma ora che hanno sposato questa causa, sembra che tutti vogliano migrare per ridurre i costi e le inefficienze a livello organizzativo. Ora le aziende possono estendere questi vantaggi con la virtualizzazione dei dati e i software di tipo Data as a Service per rendere la migrazione verso il cloud più economica, veloce e facile.